E’ fatale come mi sia ‘imbattuta’ in tale classifica il giorno dopo aver ascoltato Galimberti al Festival della Filosofia a Modena. Giusto ieri appunto ha presentato una situazione catastrofica, mi correggo, realistica e concreta, della nostra situazione attuale, rispetto al fatto che ‘l’etica non funziona più, è patetica’!
Il confronto tra il singolo e la società’ ha due impostazioni interpretative storiche: “quella greca in cui viene prima la società’ e quella cristiana che assegna il primato all’individualità”.[…] Ma oggi la persona e’ destrutturata. Tutti obbediamo ad ordini determinati da una responsabilità’ solo verticale-nazista verso i nostri capi”.
E oggi un altro macigno mi arriva ‘tra capo e collo’, a darmi il buongiorno, a ricordarmi di non perdere di vista il mio focus quotidiano:
L’Italia è il paese più ignorante d’Europa.
Lo dicono i dati dell’annuale classifica di IPSOS Mori sull’ignoranza dei popoli: per l’autorevole classifica l’Italia risulta essere la dodicesima al mondo e la prima in Europa.
Classifica di IPSOS Mori sull’ignoranza dei popoli
L’IPSOS Mori è un’importante azienda inglese di analisi e ricerca di mercato e stila da diversi anni una classifica su quelli che sarebbero i popoli più ignoranti al mondo chiamata “Perils of Perception”, letteralmente “Pericoli della Percezione”.
Questo vuol dire che il 47% degli italiani (fonte Human Development Report 2009), pur sapendo leggere e scrivere, non riesce a comprendere le informazioni e a interpretare la realtà. Ma chi è un analfabeta funzionale? Sanno leggere, scrivere e fare i calcoli. Ma non sanno comprendere e interpretare la realtà che li circonda e le informazioni a cui sono esposti. Non riescono a capire un articolo di giornale pur riuscendo a leggerne le parole, non riescono a compilare una domanda di lavoro o a interagire con strumenti e tecnologie digitali e comunicative e rimandano ogni informazione alla propria esperienza diretta.
Mi sovviene alla mente l’affermazione di Umberto Eco: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.
Ecco che la mia attenzione ricade sempre più forte sui giovani (ma anche meno giovani)! …E mi tornano nuovamente in mente le parole di Galimberti:
“I ragazzi vivono in un assoluto presente, senza una prospettiva sul futuro, tentando di anestetizzare la loro insignificanza sociale con alcol e droghe. Soffrono, ma non sanno dare un nome alla loro sofferenza”.