Oltre a mettere alla prova la nostra resilienza, la nostra capacità di lavorare lontano dall’ufficio mantenendo inalterate la qualità e la continuità delle nostre attività, queste settimane ci stanno permettendo anche di riflettere sulla qualità delle relazioni, delle comunicazioni e dell’affiatamento all’interno dei nostri team di lavoro.
Proprio ieri ne parlavo con HR di un’azienda cliente, sottolineando come questo fosse un aspetto importante , fondamentale e strategico, in un momento più che opportuno, per riporre l’attenzione su tale tematica.
Dalla Open Work Survey commissionata da Atlassian, società che realizza soluzioni di team collaboration che puntano ad aiutare i team aziendali a lavorare insieme al meglio per ‘sprigionare’ tutto il loro potenziale, emergono alcuni dati interessanti. Un ambiente lavorativo ‘open’ permette di condividere liberamente informazioni e idee con i colleghi, ottenere un feedback bidirezionale tra i dipendenti e i loro manager, dare il proprio contributo in merito alle decisioni da prendere e stringere forti legami interpersonali tra i membri del team. E un approccio di questo genere non sortisce effetti positivi solo sul benessere dei lavoratori, ma rende i gruppi di lavoro altamente produttivi.
Ma cosa si intende per lavoro ‘open’? Si tratta di una filosofia che mette al centro la condivisione di informazioni e idee, la connessione tra le persone all’interno del gruppo e la possibilità di esprimere il proprio giudizio, condizionando in maniera diretta i livelli di produttività.
Possiamo dire che adesso più che mai lavoriamo ‘open’?
Lo strumento creato da Atlassian – Health Monitor – propone un percorso di valutazione in 8 step che permette a tutti i membri del gruppo di esprimere il proprio giudizio su aspetti chiave riguardanti la visione del workflow e la qualità della cooperazione all’interno del team di lavoro.
Le tematiche prese in considerazione sono le seguenti:
- adeguatezza della persona che ricopre il ruolo di project owner;
- chiarezza e precisione della struttura e della suddivisione di compiti, mansioni e ruoli all’interno del team;
- livello di conoscenza reciproca tra i membri del gruppo, e livello di consapevolezza rispetto allo stato di avanzamento delle attività, agli aspetti da migliorare o rendere più trasparenti;
- conoscenza diffusa delle metriche utilizzate dall’organizzazione per valutare il raggiungimento degli obiettivi di un progetto;
- capacità del team di mostrare attraverso demo e test lo stato delle applicazioni e delle risoluzioni a problematiche di business;
- disponibilità e accessibilità diffusa alle indicazioni progettuali, organizzative e di overview;
- consapevolezza diffusa riguardo a rischi, complessità e tempistiche progettuali;
- capacità di utilizzare strumenti adatti per comunicazioni rapide, concise, regolari e ben definite.
Coinvolgendo i membri del team nella valutazione di questi 8 fattori si avrà un’istantanea dello stato di salute del gruppo di lavoro, e si potrà di conseguenza intervenire in modo tempestivo e mirato.
Finito questo periodo potremo ritornare a modalità più semplici e divertenti, nel frattempo non perdiamo di vista i nostri “compagni di viaggio”!