QUALCUNO, tempo fa, cantava:
[…] “Andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia, Ye ye ye ye, ye ye ye yeE non vedevo l’ora di baciar la bocca sua, Ye ye ye ye, ye ye ye ye
Ma si bruciò il motore nel bel mezzo della via, Blen blen blen blen, blen blen blen blen
Amore, aspettami, corro a piedi da te, Son cento chilometri che io faccio per te
Andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia, Ye ye ye ye, ye ye ye ye
Andavo a cento all’ora per cantar la serenata, Blen blen blen blen, blen blen blen blen“ […]
Il pubblico restò subito colpito da quel giovane ragazzino che per raggiungere la sua ragazza andava a 100 all’ora, velocità stratosferica agli inizi dei Sessanta… (in quel periodo non c’erano molte stragi del sabato sera dovute all’ebrezza dell’alta velocità). In questo twist però la velocità c’è e come, ma solo per rappresentare la fretta di raggiungere il proprio amore.
Oggi potremmo parlare della “velocità” di chi soffre di workaholism: bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente e freneticamente. Ecco…oggi siamo tutti un pò ‘drogati’! Non si smette mai di pensare al lavoro e non ci si rilassa perché si è sempre alla ricerca di soluzioni per risolvere i problemi lavorativi.
Questo disturbo è stato individuato negli anni ’70, ma, ancora oggi, in Italia risulta abbastanza sconosciuto perché la dipendenza da lavoro è legata ad un comportamento socialmente accettato, differentemente dalla droga o il gioco d’azzardo. Dedicarsi alla carriera è una pratica che viene sempre più osannata e ricercata attivamente.
Così sfruttiamo i millesimi di secondo per poter incastrare più commissioni, approfittiamo del momento del bagno o mentre siamo in attesa che l’acqua bolla per mandare via quel famoso messaggio (che sono ormai 3 giorni che ti dici che devi mandarlo via) …e che dire dei tragitti in macchina (per chi come me macina km)? Godimento puro nel sapere che avremo solo per noi 30’/60′ in cui potremo fare tutte le telefonate del mondo ( e verificare che i nostri cari siano ancora vivi, o chiedere all’amica, che era tanto che non sentivamo, come sta!). Per non dimenticare l’ansia da “agenda vuota” con tutti i suoi retro-pensieri!
Bene, forse è il caso di tornare al tempo di quel QUALCUNO, che correva perché non vedeva l’ora di dare un bacio alla sua amata (invece di avere crisi di astinenza esprimibili con sensazioni di vuoto e aggressività)!!
Fermarsi a fare un bilancio del tempo impiegato a lavorare, alla cura di sé, ai propri interessi e relazioni, comprendere qual è la propria soglia di sopportazione e quanto si è disposti a farsi assorbire dal lavoro, valutandone le conseguenze, E’ DOVEROSO!