E niente….anche oggi #iorestoacasa …e nel rimanere a casa cerco di rimanere informata, leggere, studiare, scambiare due chiacchere ‘digitali’.
Proprio in questo tempo lento e riflessivo tutto diventa per me momento e spunto di riflessione.
12 marzo 2020, ore 9.28 … arriva un messaggio
“Buond‘ anche oggi in trincea…”
Incomincia uno scambio su come sta andando al lavoro, se si sta facendo telelavoro….e via dicendo.
La chiaccherata con l’altra parte amica, alla velocità della luce, prende una piega…come dire…più volte sentita:
Io: “buondì, sei al lavoro?”
L’altro: “si al lavoro”
Io: “ecco…giusto per rispettare il decreto!:D“
L’altro: “ah oh ..noi come azienda siamo aperti…essendo nella filiera alimentare”
Io: “sì certo”
L’altro: “siamo tra quelli aperti”
Io: “te le la vo ro!!” (lavorando l’altra parte in amministrazione)
L’altro: “Tania…se al momento non abbiamo lo strumento ..il telelavoro non lo possiamo fare..”
Io: “dovete attrezzarvi, tanti non lo avevano e si sono attrezzati”
L’altro: “grazie …ma non consegnano piu’ nulla…e i programmatori non si muovono”
Io: “come sempre aspettare all’ultimo succede così, solo questo dico… tu non c’entri, ma il tuo titolare sì ed è da irresponsabili e poco attenti …”
L’altro: “non credo sia cosi’ semplicistico come la fai tu..ma vabbe..”
Io: “sono solo scuse”
L’altro: “e’ da Gennaio che abbiamo proceduto ad ordine…(di 1 computer)”
Io: “perchè tutti gli altri ci sono riusciti?”
E lo scambio è andato avanti con discorsi general-generici caratteristici di chi approccia le situazioni facendosi investire dagli eventi.
Sono stata dura nelle risposte? Probabilmente! Posso comprendere? Certo…ma scusare no!
Spesso, quando mi trovo in consulenza aziendale, lavoriamo sul riconoscere la procrastinazione, sul da farsi ed eliminare lo “scarafaggio”. Prendere coscienza che esistono compiti non importanti, frustanti e demotivanti per noi è il primo passo per smettere di rimandarli a volte anche all’infinito.
Procrastinare non è frutto di pigrizia o non volontà, ma un processo psicologico che mette in conflitto la parte della corteccia prefrontale, che è il centro di pianificazione del nostro cervello, con il sistema limbico, che regola istinti ed emozioni. Il procrastinare in azienda può essere la causa per l’aborto di un progetto manageriale e per l’incremento di stress e frustrazione all’interno di un team. Tra le motivazione più ovvie per rimandare c’è spesso il non ritenere l’attività importante o adeguata , la sottostima o la sovrastima del tempo che occorre per svolgerla oppure la percezione di non essere in grado di portarla a termine adeguatamente.
Si incomincia allora a riflettere su quali siano le caratteristiche che dovrebbero (uso volutamente il condizionale) accomunare i top manager. Intuizione, la capacità di prendere decisioni coraggiose e la gestione «ottimale» del tempo. Uno studio pubblicato recentemente su The Psychology, Journal of the Higher School of Economics ha coinvolto 120 dirigenti, sia uomini sia donne. I ricercatori avevano un preciso obiettivo: confrontare le attitudini dei quadri alti con quelli intermedi, cioè analizzare il fenomeno della procrastinazione tra i dipendenti con diversi titoli di lavoro.
«Credo che ogni mattina una persona debba pianificare la propria giornata»,
«Se qualcosa è destinato ad accadere, non dipende dalle mie azioni»,
«Sono felice di pensare al mio passato»
Sono queste alcune delle 56 affermazioni che sono state proposte ai partecipanti. Tutte riguardavano il loro rapporto con il tempo passato, presente e futuro; il compito richiesto era valutare il loro livello di accordo con ciascuna di esse. Risultato? Mentre i top manager si concentrano molto sulle prospettive temporali future e sul passato positivo, i gruppi di middle manager si affidano più spesso al loro destino e sono maggiormente legati al presente edonista. Inoltre, i livelli di procrastinazione, sono risultati inferiori nei top manager rispetto al gruppo dei quadri intermedi. La minor tendenza a rimandare dei top manager riflette, invece, la loro capacità di autoregolarsi, controllare la situazione e fissare precisi obiettivi, nella giornata come nella vita.
“Tempo e stress sono due misure inversamente proporzionali: la mancanza del primo corrisponde ad un’abbondanza del secondo. La gestione del tempo non incide dunque solo sui risultati di business, ma anche sulla nostra autostima e sul nostro benessere”
La cosa che sempre dovremmo tutti tenere a mente ( e lo ripeto spesso anche a me stessa!) è che dobbiamo essere pronti ad accettare l’effimero, l’inaspettato e il sentimento di insicurezza che proviamo di fronte all’ignoto. Le situazioni impreviste ci obbligano a uscire dalla nostra zona di confort, quel luogo in cui la sicurezza è come una corda a cui aggrapparsi e mantenersi stabili. Dobbiamo , adesso più che mai, imporci di non subire gli eventi ma di cavalcarli!
Cambiare approccio è una questione di atteggiamento, sforzo e allenamento.
Ecco che allora condivido quanto affermato da John Milton:
“La mente è un mondo a sé, e da sola può rendere il paradiso un inferno e l’inferno un paradiso”